Corvara – Terzo giorno di trekking fino a Cherz e i rifugi tra Belluno e Bolzano.

Ed eccoci arrivati all’ultimo giorno di trekking, dopo la scarpinata in solitaria di ieri anche il programma di oggi prevede colazione, saluti e camminate zaino in spalla fino a sera. La cosa strana che ho notato, anche se si tratta solo di una manciata di giorni, è che la cosa comincia a piacermi, mi piace questa nuova piccola routine che mi sono creata, bermi un caffè con accanto una cartina per decidere da che parte andare e senza avere idea di quanti posti riuscirò effettivamente a vedere, se sono troppo lontani o difficili da raggiungere, se le distanze sulla cartina sono attendibili oppure se un paesino che mi sembra vicino in realtà è a due ore di cammino, insomma, mi piace questo non sapere nulla di preciso da neofita, mi sembra che ci potrei sguazzare per sempre!

Comunque, bando alle ciance e andiamo al sodi del mio percorso odierno, vi anticipo subito che alla fine della giornata avrò accumulato 30 km di camminata quindi direi non male per una pivellina con zaino in spalla come me!
Prima della partenza ecco una foto giusto per farvi capire qual è la vista che ho dalla finestra, direi non male rispetto ai palazzoni che vedo di solito in ufficio, no?

Oggi quindi ho deciso di fare tutta quella parte di rifugi e percorsi che avevo lasciato da parte nei due giorni precedenti e mi sono diretta verso Cherz, un piccolo centro abitato che al momento è il punto più lontano che vedo sulla mia cartina. Devo dire che in effetti ci vuole un po’ di tempo e si passa per strade in mezzo ai boschi che dire poco trafficate è dire poco e le valli che si attraversano prima di arrivarci sono incredibili! Camminando da sole in questi sentieri è qualcosa di davvero surreale, lo sguardo spazia senza incontrare nulla se non prati immensi e montagne lontane che li incorniciano imponenti.


Dopo quasi tre ore di camminata, ovviamente lenta e con pause panoramiche lungo il percorso e dopo aver fatto un giro veloce per il centro abitato, in pratica cinque minuti visto che è davvero minuscolo, e dopo aver notato che le macchine qui sono targate BL il che mi ha fatto capire di essere finita nella provincia di Belluno (lo so, sono preparatissima, ve lo avevo detto no che improvvisavo!), torno indietro e faccio un pezzo della stessa strada che ho fatto venendo qui.
La mia pausa caffè e ristoro la faccio quindi al rifugio Las Vegas, un altro degli innumerevoli bellissimi posti in cui mi sto imbattendo in questi giorni. Questi ad esempio sono il patio ed il panorama che ho di fronte mentre mi bevo il solito caffè.

Nota pratica da viaggiatrice solitaria: credo che la situazione che andrò a testimoniare con la prossima foto possa risultare familiare a tutte noi che viaggiamo senza uomini o gruppi al seguito e arriva quel momento in cui abbiamo bisogno di andare al bagno. Cosa c’è di tanto diverso da quello che fanno tutti? Ebbene, non avendo nessuno che ci tiene le cose noi ci troviamo sempre nella situazione di doverci portare sempre tutto dietro, trolley, borse, materiali vari, insomma, dobbiamo cercare di infilarci in bagni più o meno stretti facendo equilibrismo tra i vari bagagli e cercando di farci entrare anche la nostra, per quanto esile, persona. Lo so che pensate che sia solo un dettaglio ma vi assicuro che non lo è. Quante volte mi sono ritrovata seduta su panchine in stazioni o aeroporti, magari in giro per lavoro e con qualcosa tipo 3 o 4 tra borse e bagagli e avere il dubbio se andare a fare quello che dovevo fare trascinandomi dietro la qualunque oppure chiedermi se fosse davvero una necessità impellente al solo pensiero di caricarmi tutto come uno sherpa?! Ecco, questo è quello che accade anche qui, quindi, se vedete una donna che scende scale ripide e strette carica di zaino, racchette da trekking e vestiario vario non è una povera pazza con la sindrome del controllo, è solo una viaggiatrice solitaria che deve andare in bagno!

Dopo la pausa ristoro mi incammino tenendo come punto di riferimento l’altopiano di Pralongià e salendo per un altro paio d’ore incontro altri rifugi, tra i quali La Marmotta, davanti al quale c’è una salita con una panchina con vista panoramica che non poteva lasciarmi indifferente e che mi tenta come location per la pausa pranzo, quindi decido di fermarmi e di mangiare proprio qui, con una vista sui monti e sugli sparuti gruppi di trekker e ciclisti che mi passano accanto nella mezz’ora che mi concedo.

Che dire allora della mia scelta? Mangiare qui con calma e non essere circondata da nulla se non da prati e montagne, prendersi tutto il tempo che si vuole e ripartire solo quando se ne si ha voglia non è davvero poi così male!

Ovviamente anche dopo mangiato la scarpinata è proseguita ed ho fatto praticamente il giro largo andando a toccare man mano tutti i rifugi attorno a Pralongià che non avevo ancora visto, alla fine distano tutti tra i 20 ed i 40 minuti l’uno con altro ed ognuno ha le sue caratteristiche, nel pomeriggio ho toccato quindi Piz Sorega, La Fraina, Piz La Ila fino a ritornare a I Tablà e Bioch passando per Col di Lana da cui la foto qui sotto.


Ecco quindi quelli che sono stati i miei giri di questi giorni, se foste interessati e voleste consultarli on line trovate tutte le info qui:
www.altabadia.org

Spero che questi post un po’ diversi dai miei soliti viaggi e dalle mie solite tappe urbane siano stati interessanti e abbiano fatto venire a qualcuna di voi la curiosità di provare qualcosa del genere. Per ora la cronaca dei miei trekking è finita, vi rimando magari ad un prossimo post su qualche considerazione generale sulla mia esperienza da neofita che nel suo piccolo ce l’ha fatta (yeah!) e alla prossima!

Buon montagna e buone nuove sfide a tutte voi!

Pubblicato da

Regista indipendente e amante dei viaggi. Bionda, sarcastica. If you can dream it you can do it.

2 pensieri riguardo “Corvara – Terzo giorno di trekking fino a Cherz e i rifugi tra Belluno e Bolzano.

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