Oggi purtroppo è l’ultimo giorno a Saragozza e devo dire che, come spesso capita, il momento del rientro arriva proprio quando stai cominciando a prendere il ritmo del luogo che stai visitando. Non c’è molto tempo per pensare a quanto invece mi piacerebbe fermarmi qui ancora un po’ e penso invece ad organizzare le cose da fare per la giornata.
La tappa culturale della mattinata prevede la visita al museo del Goya, le indicazioni le troverete sparse per tutta la città visto che è il suo cittadino più famoso, non avrete quindi difficoltà a trovarlo in una stradina giusto dietro a Plaza del Pilar. Il museo in sè non è molto grande ma è molto ben curato ed efficiente, certo, non aspettatevi di vedere le sue opere più famose che, ovviamente, sono esposte in ben altri musei in giro per il mondo, ci sono però molte delle sue stampe ed un percorso informativo con tanto di proiezioni video che aiutano a capire la sua formazione ed il suo genio.

Dopo il museo il giro prosegue sempre nella zona del centro facendo l’ultima visita al Mercado Central, con qualche immancabile spuntino utile per continuare la giornata, ed alle mura romane che si trovano sparse un po’ ovunque sia nella zona centrale che più in periferia. Testimonianze del suo passato romano si trovano infatti in diversi punti della città, tanto più se se pensate che il suo nome originario era proprio Caesaraugusta, non vi sarà quindi difficile immaginare quante volte vi potrete imbattere in mura, porte, archi, strade e varie dell’epoca romana. Anche all’interno dello stesso museo Goya, ad esempio, sono esposti dei resti proprio accanto alla sala degli audiovisivi quindi, per gli amanti di storia antica, avrete certamente del materiale per voi!


A proposito di materiale interessante ecco invece il mio, una delle tante pause a base di churros per la gioia del solito nutrizionista virtuale che ci segue e che ci consiglierebbe un bel frutto, no? Inutile dire che questo è lo snack tipico e lo troverete praticamente in ogni bar. In genere vengono gustati con una bella cioccolata calda ma in questo caso ho optato per la soluzione con the, anche perchè sono una delle poche donne che non amano il cioccolato… cose strane!

Il pomeriggio passa in modo più rilassato con l’intento di godermi gli ultimi angoli della città cercando di scoprire qualche caffetteria e locale carino in cui rintanarmi un po’ per respirare ancora l’atmosfera che c’è qui.
A questo proposito mi piace soffermarmi sull’idea del tempo che si passa in una posto nel momento in cui lo si visita. Lo so che riuscire a ritagliarsi del tempo per viaggiare è sempre un’impresa ma quando riesco preferisco sempre prendere anche solo un paio di giorni in più rispetto al classico weekend toccata e fuga anche se in un primo momento potrebbero sembrare troppi per una città di medie dimensioni come ad esempio Saragozza. Spesso queste mete, che non sono le grandi capitali europee e che quindi offrono talmente tante cose da vedere che anche una settimana sarebbe piena di cose da fare e di molte lasciate in disparte, sono visitabili davvero in due o tre giorni, il centro storico si gira a piedi, il numero di musei magari è limitato ed i monumenti sono concentrati in un’area che spesso si copre in poche ore. Cosa mi fa volere restare qualche giorno in più, in questo caso quasi una settimana, in un posto?
E’ proprio questo il punto, oltre alla semplice visita turistica mi piace riuscire a perdermi nella città, nei suoi ritmi, guardare le persone che passano sedendomi su una panchina in un parco o attraverso i vetri all’interno di un cafè, mi piace sapere di avere delle ore libere ed usarle per entrare nei negozi, nei cortili, nei parchi più nascosti e mischiarmi con le persone del posto. Mi piace l’idea di prendermi del tempo per me e di poter fare quello che magari metto sempre da parte per mancanza di tempo o riesco a fare solo per pochi minuti durante la giornata mentre sono a Milano impegnata tra mille corse come tutte. Mi piace perdermi nei miei pensieri e, come ho accennato nel post precedente, portarmi dietro il mio fedele block-notes in cui riesco finalmente ad appuntare ed organizzare quello che invece è sempre disorganizzato e dispersivo. Mi piace quando riesco, ad esempio, a trovare un caffè od un angolo carino e mi ci nascondo per un po’ con calma, magari per scrivere quelle pagine di un progetto che avevo in sospeso da un po’ di tempo, è una sensazione che puoi provare solo in viaggio, solo quando sei in un posto lontano dai tuoi soliti punti di riferimento ed è proprio questo che mi piace e che cerco ed è questo, secondo me, che fa un po’ di differenza col fare solo la turista. E voi che mi dite? Anche per voi è un po’ così? Cosa vi piace fare quando avete del tempo in più mentre siete in viaggio?
E’ con questo spirito infatti che mi sono soffermata, ad esempio, una buona mezz’ora in questo punto lungo Ebro dove non c’è nulla, neanche una panchina, e mi sono goduta per un po’ questa vista. Sarà che ho un debole per i fiumi, cosa che invece non ho per il mare ad esempio, da cui non subisco invece lo stesso tipo di fascino, forse perchè vengo dal lago di Como e quindi queste tipo di acque per me fa molto “casa” e richiamano un senso di familiarità che invece il mare non mi dà. Fatto sta che io, seduta qui, ci sono stata davvero bene!

E dopo la rilassatezza e gli ultimi giri del pomeriggio, dopo un po’ di sana pennica in albergo, eccoci giunte all’ultima tappa della serata, ovvero l’ennesimo passaggio nel Tubo, la zona della movida, per salutare degnamente Saragozza e le giornate passate insieme. Eccomi quindi a gustarmi l’ultima delle numerose tapas di cui mi sono nutrita tutta settimana accompagnata dall’immancabile cerveza su uno degli sgabelli ad accompagnare le botti che fanno da tavolo fuori dai locali che si susseguono uno dopo l’altro in questo quartiere. A proposito di questo un’ultima nota di costume. Chi l’ha detto che se viaggi da sola non puoi goderti i tuoi minuti di gloria con tanto di cibo e birra in solitaria? Ecco la prova che invece sì, anche se si viaggia da sole si può fare tutto quello che si vuole e che ci va, soprattutto se le giornate sono lunghe e piene di nuove scoperte la pausa birra arriverà sempre al momento giusto! Oltretutto Saragozza è davvero sicura e mi sento di dire che si ha veramente la sensazione di poter girare in tranquillità per un centro sempre illuminato e popolato.

Spero che questo mio resoconto dal capoluogo dell’Aragona possa avervi fatto sentire un po’ l’atmosfera di questa città che per me è stata davvero una sorpresa, soprattutto per la sensazione di essere ancora fuori dal turismo di massa rispetto ad alte città della Spagna e quindi più autentica e con un’identità ben definita che in questa regione si sente molto e che traspare dall’attaccamento alle tradizioni ed allo stile di vita. Certo, i turisti sono anche qui e si concentrano in un centro storico abbastanza piccolo ma siamo decisamente lontani dalle invasioni turistiche di Barcellona e Madrid ad esempio.
Che aggiungere? Spero che anche voi possiate esserne incuriositi e magari una visita anche per un weekend più breve ci possa stare, io l’ho promossa a pieni voti!
Alla prossima.
Condivido le tue riflessioni generali: sul luogo e sul modo di viaggiare.
Il perdere tempo in un bar, la frustrazione dell’iniziare a sentire tuo un posto per abbandonarlo dopo poche ore, la sorpresa di una città che ha tanto da offrire e che non viene molto calcolata dai turisti, la piacevolezza dello scrivere per fermare i pensieri e poi trasformarli in altro…
Sono felice ti sia piaciuta Saragozza….. è così che mi auguravo che andasse… 🙂
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Grazie mille! Mi fa piacere sapere che qualcuno condivide le mie piccole sensazioni quando viaggio e riesce a vedere il bello di queste piccole azioni che facendo il solito weekend toccata e fuga non si riesce a cogliere. Per quanto possibile è quello che cerco di continuare a fare, trovare posti magari non troppo turistici e trovarci quel bello che un passaggio frettoloso nasconderebbe!
A presto!
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